Nel nuovo videoclip del Clan Zingaro, “Non Dire Una Parola” c’è un momento in cui Giulia si toglie la mascherina in un gesto simbolico e liberatorio ma alla giusta distanza di sicurezza, che però le è costato la sanzione di 666 euro.
Due settimane prima dell’evento, Giulia Leone fissò una visita preventiva di controllo perché raffreddata, ma a causa di un attacco hacker al portale medico online, la prenotazione è stata cancellata. Presentatasi all’appuntamento in ospedale il giorno stabilito, non ha trovato nessuno ad accoglierla.
Nonostante non avesse con se alcun responso medico, Giulia ha pensato bene di partecipare alle riprese, rifiutandosi di firmare un documento di autocertificazione nel quale avrebbe potuto dichiarare il falso.
LA MASCHERINA DI PRAGA
L’eccentrica ed elegantissima mascherina di pizzo di Praga che Giulia indossa nel video risulterebbe, secondo la dicitura sulla confezione, “non sufficiente a prevenire il contagio”, nonostante stia andando a ruba in tutti gli store on line. Il costo si aggira attorno ai 400 Euro al pezzo.
I COMMENTI AL VIDEO
“La mascherina serve solo a non prendere le multe” … “Poteva evitare di togliersela ma era a distanza di sicurezza dal chitarrista” …
“Avrebbe dovuto compilare una falsa autocertificazione” e ancora “Giulia può cantare con il bavaglio, la censura non fermerà la musica ne il raffreddore”
Questi sono solo alcuni commenti al videoclip “Non Dire Una Parola” su YouTube del Clan Zingaro che potete vedere qui – VEDI IL VIDEO
LE TEORIE COMPLOTTISTE
A questo punto verrebbe da pensare a qualcuno che l’obbligo di indossare la mascherina possa nascondere in se un valore simbolico. Un significato di omologazione sociale e sottomissione a regole imposte arbitrariamente, piuttosto che un gesto precauzionale di sicurezza personale, poiché indossarla non proteggerebbe pienamente dal contagio da corona virus, come afferma una consistente parte della comunità scientifica.
I complottisti inoltre ricordano che durante il periodo della schiavitù in America oltre alle punizioni corporali, la marchiatura a fuoco e l’impiccagione, veniva applicata agli schiavi di proprietà una sorta di “museruola”, strumento di sottomissione e privazione della parola.
IL FINALE A LIETO FINE
Giulia ha cantato alla fine del video senza mascherina, mantenendo la giusta distanza di sicurezza. Qualcuno del catering però si deve essere sentito in pericolo e allarmato al punto da informare la polizia con una telefonata. Dopo qualche le forze dell’ordine hanno fatto un blitz sul set, emettendo il verbale da 666 Euro a Giulia e alla band per assembramento.
La storia si conclude a lieto fine: Giulia è guarita, il corona virus è passato al chitarrista, che è rimasto a casa in malattia un paio di settimane a novembre 2019. periodo nel quale Daniele Gregolin, il chitarrista, ha avuto il tempo di scrivere la storia che state leggendo.